L’ informagiovani del Comune di Senigallia da qualche anno a questa parte organizza per il mese di Luglio stage di primo lavoro per ragazzi, in aziende della città. A questo stage ho partecipato anche io e da come si può intuire dal titolo lo ho svolto in un asilo nido.
L’ asilo in questione si chiama “La Cannella”, il nome deriva dalla frazione in cui si trova.
Il servizio estivo inizia alle ore sette con l’ accoglienza dei bambini da parte delle educatrici, si passa al momento del gioco libero che può essere svolto o dentro o fuori la struttura. L’ ho denominato “libero” in quanto non ci sono attività e i bimbi delle varie sezioni ed età possono mischiarsi e giocare tra loro. Alle nove e mezzo circa c’è il momento della merenda: i bimbi della stessa età si radunano nella propria aula per mangiare la frutta e il pane. La merenda viene seguita dai momenti del cambio dei pannolini e della “nanna”. Quando i bimbi di nove mesi si sono addormentati si va tutti in giardino per giocare liberamente. Alle 11.30, dopo essersi lavate le mani, si mangiano un buon primo e un buon secondo. Dopo il pranzo c’è di nuovo il momento del gioco, il servizio termina alle quattordici e trenta.
Sviscerando all’ interno dello stage posso far riferimento alle competenze: la prima che mi viene in mente è la pazienza. Questa viene seguita dalla comprensione ma allo stesso tempo dall’ autorità. Sembrerebbe un contro senso ma ho imparato che i bimbi soprattutto dai due ai tre anni sono capricciosi e poco obbedienti quindi per educarli non può mancare un minimo di autorevolezza che faccia capir loro le varie regole da rispettare. Altre competenze sono saper giocare e inventarsi qualsiasi tipo di gioco dal momento in cui il bimbo entra dentro l’ asilo. Ho imparato che questo è molto importante sia per il bambino che per il genitore perchè il primo deve sentirsi a suo agio, mentre la mamma o il papà devono essere tranquilli nel lasciare il proprio figlio nelle mani di un’ educatrice.
Quest’ ultima deve essere brava ad insegnare al bimbo il rispetto per le cose e per gli altri; deve anche saperlo consolare nel momento in cui subisce un torto da parte di un compagno, per esempio un morso o una spinta. E’ difficile insegnare ai bambini il senso di giustizia, infatti mi è capitato di vedere un bimbo che mentre giocava con un camion giocattolo veniva avvicinato da un suo compagno, quest’ ultimo con fare prepotente cercava di imposessarsi del gioco con l’ aiuto di morsi e strattoni. Dopo ciò la “vittima” iniziava a piangere disperatamente ed è qui che doveva intervenire l’ insegnante sgridando il secondo bimbo e restituendo il camion al “proprietario”. Non finisce qui perchè il secondo bambino dopo essere stato ripreso e dopo aver perso il suo gioco urlando e piangendo si butta per terra. Ora la difficoltà per un’ educatrice sta nel far capire perchè ha sbagliato e come ci si deve comportare.
Le ultime competenze che mi vengono in mente sono il saper dar la “pappa” e cambiare i pannolini.
Per quanto riguarda le difficoltà fortunatamente non sono state nè tante nè gravi, le uniche due che ho riscontrato sono state il dover relazionarsi con i genitori e cercare di farsi rispettare e farsi valere, per quanto possibile, per far capire ai bambini il tuo ruolo.
Devo dire che sono stata aiutata da personali esperienze fatte in passato e da educatrici molto brave, tranquille e professionali.
Sicuramente questa dello stage è un’ esperienza da provare soprattutto perchè inizi ad immetterti nel duro mondo del lavoro ma non sei solo, perchè per ogni tipo di problema puoi far affidamento al tutor.
Martina
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